Andor, o Star Wars come non l’abbiamo mai visto

La nuova serie sulla nascita della Ribellione sta rivoluzionando la saga, e questa è un’ottima notizia

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Nella Galassia lontana lontana il 2022 sarà ricordato come l’anno di Obi-Wan Kenobi. Nonostante tutti i suoi difetti (alcuni tutt’altro che banali, come abbiamo scritto nei mesi scorsi), la serie, incentrata sui due tra i personaggi più importanti e narrativamente longevi di Star Wars, vanta alcuni grandi momenti che non potrebbero mancare in un’ipotetica antologia essenziale della saga, uno su tutti il duello tra Obi-Wan e Darth Vader nel finale. Tuttavia le tante critiche hanno impedito alla serie di entrare nel cuore di molti fan, per usare un eufemismo. Ora, con l’uscita di Andor la stella di Obi-Wan Kenobi rischia di sbiadire ulteriormente. Finalmente i primi tre episodi della nuova serie sono disponibili su Disney+… e i fan hanno immediatamente avvertito una perturbazione nella Forza, come se milioni di voci gridassero terrorizzate e a un tratto si fossero zittite (Obi-Wan ci perdonerà la citazione).

Scritta da Tony Gilroy (già co-autore, insieme a Chris Weitz, di Rogue One), Andor è ambientata cinque anni prima della battaglia di Yavin e racconta la nascita della Ribellione attraverso le vicende di Cassian Andor, la spia ribelle dal tormentato e misterioso passato che abbiamo conosciuto proprio in Rogue One. Quest’ultimo fu molto apprezzato, specie tra i fan più adulti, per un certo realismo decisamente atipico per la saga. I primi tre episodi di Andor hanno una cifra ancor più realistica e, più in generale, sono così diversi da far dubitare lo spettatore di stare effettivamente vedendo una storia starwarsiana. Certo, è difficile definire cosa sia Star Wars e cosa no: troppe storie, troppi stili, troppe sfumature, troppi autori, ma ovviamente alcuni elementi sono immutabili, essenziali, ineludibili. In Andor, invece, tutto (o quasi) è nuovo, per quanto visto sin qui: dalla regia (che privilegia la narrazione e l’introspezione psicologica) alla colonna sonora (con quella incalzante e ossessiva percussione…), dalla storia (l’Impero c’è, ma non si vede; il protagonista ha una vita… incasinata, piena di debiti, bugie, relazioni incerte) ai dialoghi (che danno vita alla storia, non la raccontano).

Alcuni di questi elementi meritano qualche considerazione ulteriore. Innanzitutto, il ritmo è decisamente lento. Gli autori hanno potuto contare su un discreto numero di episodi, cioè dodici, più di ogni altra serie live action prodotta sin qui (Obi-Wan Kenobi ha solo sei episodi, per esempio), perciò si sono presi tutto il tempo per introdurre i personaggi e la storia. I primi tre episodi sono, in fondo, un lungo prologo, con il terzo episodio a fare da cesura prima di un nuovo atto. La storia, ovvero come nasce la Ribellione, è un pezzo importante della galassia lontana lontana, ma Tony Gilroy ha scelto di iniziare dal passato traumatico e dal presente moralmente dubbio del protagonista. Il quarto episodio lo proietterà, suo malgrado, in un mondo più vasto (Obi-Wan ci perdonerà la citazione ancora una volta).

Il tema centrale di Andor è proprio questo. Parla di persone comuni che sposano un ideale più grande. Ma è anche una serie politica, o così lascia intuire il trailer. Sin qui, infatti, l’Impero non l’abbiamo ancora visto, ma lo vedremo presto, insieme agli intrighi e ai complotti del senato. Il realismo della serie potrebbe essere soprattutto qui, ovvero nel rappresentare la Ribellione come un vero movimento di liberazione dalla tirannia, con tutti i sacrifici e i compromessi che ciò comporta. Cosa sarà disposto a fare, Cassian? In Rogue One lascia intendere di aver fatto cose terribili per la Ribellione…

Siamo pronti a scommettere che in questa serie, che si apre con un omicidio a sangue freddo, non vedremo spade laser, ma piuttosto dilemmi morali e conflitti ideologici. Quando Lucas scrisse il primo film di Star Wars diede vita a un’avventura spensierata che però affondava le radici nell’oscurità degli anni settanta, cioè l’America di Nixon che opprimeva il Vietnam. Togliete l’avventura e la spensieratezza, e otterrete Andor (senza la guerra del Vietnam, certo, ma con le paure del nostro tempo). Non abbiamo mai visto uno Star Wars così, e finora è bellissimo. E siamo solo agli inizi. Forse, a pensarci bene, il 2022 sarà ricordato come l’anno di Andor.

L'autore

Matteo Lucci

Feccia ribelle dal 1979. Ha girato la galassia in lungo e in largo, ha visto un sacco di cose curiose… e alla fine si è convinto che esiste un’unica onnipossente Forza che controlla tutto quanto. Grazie a Star Wars ha imparato a discernere il bene dal male, ma anche espressioni come “biechi agenti dell’impero” e “sconsiderata miopia”. Vagheggia di tramonti binari ad Amsterdam. È tra i massimi difensori della trilogia prequel.