«Per oltre mille generazioni i cavalieri Jedi sono stati guardiani di pace e giustizia nella vecchia repubblica. Prima dell’oscurantismo, prima dell’impero», racconta Obi-Wan Kenobi in Una nuova speranza, spiegando tanto a Luke Skywalker quanto allo spettatore chi fossero i Jedi. La battuta, dunque, fungeva da importante mattone nella creazione dell’universo immaginario (o world-building) di Star Wars. Al tempo stesso, alludendo a un lungo e lontano passato di illuminismo Jedi gettò le basi per una mitologia di Star Wars. Questa mitologia, tuttavia, ha trovato spazio solamente nell’universo espanso. Fino ad ora.
The Acolyte, infatti, racconta eventi che precedono di cento anni La minaccia fantasma. Non si può certo parlare di un passato lontano, men che meno mitico, ma finalmente siamo in un’epoca precedente alla cosiddetta saga degli Skywalker. Cento anni sono un battito di ciglia nella storia galattica, ma sono più che sufficienti per eccitare la fantasia dei fan su quella mitica mitologia. Dunque una storia ambientata nel passato, per così dire, ma che potrebbe influenzare il futuro di Star Wars.
Sin qui l’era Disney è stata quanto meno complicata per la nostra saga. La frammentazione generazionale del fandom, le catene imposte dallo streaming (come gli alti costi di produzione e la necessità di rimpinguare costantemente il catalogo) e la polarizzazione attorno alla trilogia sequel e in generale in ogni discussione sulla saga hanno reso scivoloso il terreno su cui si cerca di costruire ogni nuovo progetto. Il pubblico è sempre più eterogeneo, il passato sempre più ingombrante, il confine tra successo e insuccesso sempre più sfumato.
Per questo la Disney è sempre stata cauta fin qui. Anche le sue scelte più coraggiose, come Andor, una serie realistica senza spade laser, sono inserite nella cronologia della saga degli Skywalker, un terreno giudicato evidentemente sicuro. Questa sicurezza, o meglio questo senso di sicurezza si è molto spesso rivelato un’arma a doppio taglio, con alti (pochi) e bassi (molti) sui quali ci sarebbe tanto da dire, ma ciò che vogliamo sottolineare qui è che con The Acolyte si è scelto di osare.
La saga degli Skywalker ci ha accompagnati per oltre quarant’anni ma è tempo di cambiare. Certo, alla fine gli eventi di The Acolyte saranno in qualche modo riconducibili alla storia principale, ma se questa nuova serie ha successo, forse un giorno vedremo storie ancora più coraggiose, come, chissà, la nascita dell’ordine dei Jedi mille generazioni prima della battaglia di Yavin. Per ora ci accontenteremmo di non vedere in The Acolyte camei, easter eggs, citazioni, personaggi inutilmente redivivi (vedi alle voci Boba Fett e Palpatine). Per il resto, che la Forza sia con noi.